Lastre di vetro e tessere musive

Museo del Vetro

Dopo Venezia, per importanza e maestria c’erano le fornaci savonesi e quelle toscane, da cui probabilmente derivò la tradizione di Piegaro, poiché il borgo era legato alla presenza delle abbazie benedettine e alla vicinanza con l’Opera del Duomo di Orvieto. La fornace di Piegaro, infatti, ebbe la possibilità e la capacità di specializzarsi nella produzione di tessere da mosaico, lastre di vetro per finestre, ma anche bicchieri e fiaschi.

La data più antica alla quale si fa risalire la presenza della lavorazione del vetro a Piegaro è attestata al 1250 Il documento che indica questo anno come data di nascita dell’arte vetraria a Piegaro, redatto nel 1860 dal Gonfaloniere del comune Ludovico Vicaroni, cita: “In Piegaro si esercita l’arte del vetro sin dal 1250.” Non è indiscutibile che già dal XIII secolo l’arte vetraria venisse esercitata nel luogo: la presenza di ordini monastici diffusori di tecniche artigianali e l’inserimento del territorio nel reticolo viario umbro-toscano potrebbero esser stati propulsori per la nascita della lavorazione del vetro.

Da considerare quale elemento fondamentale la risorsa di combustibile, costituita dai vasti boschi nella zona; nei documenti storici ci sono notizie certe, circa la partecipazione alla decorazione del Duomo d’Orvieto, dal 1321. Dallo studio dei documenti sembra che per la realizzazione delle tessere musive orvietane, vi fu una collaborazione stretta fra le maestranze di Piegaro e quelle di Monte Leone: citato dalle fonti come laboratorio di vetri colorati, Piegaro offriva già in epoca medievale materiali e manodopera esperta e qualificata nella lavorazione del vetro colorato.
 

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